martedì 27 gennaio 2015

Un abito nuovo al cavolfiore








Riapro le danze nel blog - dopo tutto questo tempo - con questa preparazione tratta da un libro che mi sono voluta regalare e che, fino a questo momento, mi è piaciuto un sacco. Si tratta di "Plenty" di Yotam Ottolenghi, osannato  chef di stanza a Londra e di origini israeliane. 

Un libro di sole verdure da parte di uno chef che non si dichiara vegetariano, ma che, evidentemente presta molta attenzione a questo movimento. Da parte mia, non sono vegetariana, ma adoro i vegetali e, sotto sotto, credo che lo sarei diventata  da tempo, se non vivessi circondata da "carnivori".

Bando alle ciance: la dose per 4 persone (come contorno) prevede:

1 cucchiaio e mezzo di stigmi di zafferano (quello buono sardo della mia amica Maria Grazia)
75 ml di acqua bollente
1 cavolfiore medio diviso in cimette medie
1 grossa cipolla affettata
100 g di uvetta sultanina (se troppo asciutta, idratata per qualche minuto in acqua e poi opportunamente scolata)
90 g. di olive snocciolate tagliate  a metà per il lungo (ho utilizzato delle olive taggiasche e non le ho tagliate)
4 cucchiai di olio di oliva
2 foglie di alloro 
4 cucchiai di prezzemolo tritato (che non avevo questa volta)
sale e pepe

Scaldiamo il forno a 200° e mentre va in temperatura,  mettiamo lo zafferano in una ciotolina e lo copriamo con l'acqua bollente. Lasciamo in infusione per  un minuto e versiamo stigmi e acqua in una ciotola bella grande.  A questo punto mettiamo nella ciotola anche  tutti gli altri ingredienti ad eccezione del prezzemolo e mescoliamo con le mani.



Trasferiamo il tutto in una pirofila, copriamo con un foglio di alluminio e poniamo in forno per 40-45 minuti.  A metà cottura, togliamo la pirofila dal forno e provvediamo a dare una bella mescolata; copriamo di nuovo e rimettiamo in forno.

Il cavolfiore deve diventare tenero, ma non molle.



Si toglie il foglio di alluminio e  lo si lascia raffreddare un pochino prima di aggiungere il prezzemolo. 




P.S.: Particolare di non secondaria importanza: il cavolfiore cucinato così non emana il solito sgradevolissimo odore.


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