martedì 6 maggio 2014

Taralli o pseudo tali

Pongo rimedio alla mia latitanza dal blog - non accampo nessuna scusa solo una pazza incostante come me poteva pensare di mettersi nell'ordine di idee di tenere questo diario  - con questa preparazione che da qualche giorno allieta gradevolmente la nostra tavola e che mi permette di utilizzare un certo quantitativo di pasta madre quando sono un po' troppo generosa con i rinfreschi. Nel mio solito zapping tra i gruppi di facebook, i forum e altri blog, sono stata stuzzicata dai tarallini.  Mi perdoneranno i meridionali e i pugliesi che per caso passassero di qua, a noi non paiono male, se poi si discostano molto dagli originali, abbiate pietà e perdonate l'ardire.





Questi sono i dosaggi che ho mediato da diverse ricette, a noi sembrano azzeccati:

500 g.  semola rimacinata  di grano duro (in rete in molti li preparano con farina di grano tenero, ma secondo me con la semola è tutt'un'altra cosa).
120 -130 g. olio extra vergine di oliva
150 -160 g vino bianco
200 g pasta madre solida
1 cucchiaino e mezzo di peperoncino macinato (facoltativo e sostituibile a piacere con semi di finocchio o origano)
1 cucchiaino raso di sale.

Le dosi di olio e vino sono alquanto indicative, dipende da quanto assorbe la rimacinata che si utilizza.

Nella ciotola dell'impastatrice metto prima i liquidi e quindi la semola, la pasta madre a pezzetti, il sale e il peperoncino.
L'impasto risulterà "bricioloso" e sarà quindi necessario toglierlo dalla ciotola e provvedere a mano ad amalgamare per bene.  Ottenuto un impasto bello sodo, lo lascio riposare coperto per un'oretta, poi provvedo a formare dei cilindretti lunghi e piuttosto sottili, il più uniformi possibili di diametro. Li lascio nuovamente riposare e poi con un bel po' di pazienza, li arrotolo attorno al mio mignolo per ottenere un piccolo anellino. 





Cerco di fare molta attenzione in modo che le parti che si sovrappongono siano ben chiuse tra loro perché così, in cottura, non si apriranno.  



Una volta terminata la preparazione degli anellini, metto sul fuoco una bella pentola di acqua e, una volta raggiunto il bollore, butto un po' alla volta i taralli. Li scolo non appena riaffiorano. 



Li metto ad asciugare su di un canovaccio.



Una volta ben asciutti, li  dispongo su delle teglie - ricoperte di carta forno -  e li inforno a 160° ventilato per una quarantina di minuti finché sono belli dorati. Mi è anche capitato di lasciarli asciugare tutta la notte e di passarli in forno il mattino seguente, senza comprometterne il risultato.

Eccoli qui, gustoso  snack dal sapore meridionale.






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