Mi
piace molto questo pane ebraico modellato a treccia e preparato
tradizionalmente per lo Shabbat: ho imparato a conoscerlo grazie a
Jan, una cara amica ebrea-americana.
Ho
provato diverse ricette e ultimamente, mi sono sempre avvalsa di
quella che ho trovato sul libro di Jeffrey Hamelman "Bread: A
Baker's Book of Techniques and Recipes". Queste le dosi:
farina:
670 g
farina manitoba: 330 g
zucchero: 55 g
tuorli: 75 g
uova: 140 g
olio d'oliva: 75 g
acqua: 320 g
sale: 19 g
lievito: 25 g
farina manitoba: 330 g
zucchero: 55 g
tuorli: 75 g
uova: 140 g
olio d'oliva: 75 g
acqua: 320 g
sale: 19 g
lievito: 25 g
Personalmente,
non faccio mai il mix di farina consigliato, ma utilizzo una farina
con un valore W abbastanza elevato ottenendo sempre risultati
eccellenti.
Sciogliete
il lievito nell'acqua acqua e impastate con la planetaria, introducendo poca
farina alla volta, aggiungete lo zucchero sciogliendolo nel tuorli e,
successivamente, le uova intere e il sale. Sarà quindi la
volta dell'olio da mettere un goccio alla volta permettendo
all'impasto di incorporarlo bene. Fate lavorare la vostra
impastatrice a velocità bassa per circa 5 minuti, poi aumentate la
velocità per altrettanto tempo. A questo punto, si fa lievitare per
un paio di ore coperto, ma dopo un'oretta procedete a
"degasare" delicatamente l'impasto e con un giro
di pieghe. Si lascia nuovamente lievitare per un'ora (sempre
coperto).
A
questo punto dividete in porzioni il più possibile uguali la pasta e
date a ciascun pezzo una forma tondeggiante; lasciate rilassare su un
piano non infarinato per 10/20 minuti, coperta per evitare che si
secchino. Da ogni pezzo, ottenete i capi della treccia e datele
forma di treccia. Ovviamente potrete ottenere un'unica challah oppure
più trecce di dimensioni inferiori.
Per
gli intrecci, sul testo che ho citato, ci sono illustrazioni, ma
trovate molti video passo-passo su youtube (questo per esempio)
e anche schemi che vi possono aiutare ad intrecciare a quanti capi
preferite. Per quanto mi consta la challah dovrebbe essere
intrecciata a 6 capi, ma se siete in difficoltà, andrà benissimo
anche a tre capi.
Depositatela
quindi su una placca da forno foderata di carta e copritela. Un paio
d'ore dovrebbero essere sufficienti ad ottenere una
lievitazione ottimale.
Spennellatela quindi con del tuorlo sbattuto e diluito con un po' di latte e cospargetela, se gradite con dei semi di sesamo. Il tempo di cottura varia sia per la dimensione della treccia, per il forno che sia ha a disposizione. Indicativamente, una challah da mezzo kg. dovrebbe cuocere in circa mezz'ora a circa 185°/190°.
Spennellatela quindi con del tuorlo sbattuto e diluito con un po' di latte e cospargetela, se gradite con dei semi di sesamo. Il tempo di cottura varia sia per la dimensione della treccia, per il forno che sia ha a disposizione. Indicativamente, una challah da mezzo kg. dovrebbe cuocere in circa mezz'ora a circa 185°/190°.
A
volte mi è capitato di spezzare il lavoro in due giornate e cioè di
riporre in frigorifero la massa dopo aver effettuato il giro di
pieghe. Il risultato è stato comunque ottimale. Bisogna però
considerare due cose essenziali: prima di riporre in frigo è
opportuno far ripartire la lievitazione a temperatura ambiente;
quando si estrae la frigorifero è necessario riportare a temperatura
ambiente l'impasto. In entrambi i casi non c'è ovviamente
un'indicazione di tempo, ma bisogna regolarsi con le temperature
della casa e quindi "a vista".
Ma
non sono riuscita a fermarmi a questa, per altro, ottima ricetta.
Dovevo trovarne una che fosse altrettanto buona, ma che fosse
realizzata con il lievito madre. Ho inanellato un numero
imprecisato di delusioni: non ne trovavo una all'altezza della
ricetta di Hamelman. Mi stavo per arrendere, poi ho trovato sul
sito The Fresh Loaf questa
ricetta tratta dal libro di Maggie Glezer "A Blessing of Bread".
Beh, che dire? Semplicemente perfetta e assolutamente non
difficoltosa. E' chiaro: il lievito madre ha i suoi tempi lunghi da
rispettare, ma il risultato ripaga dei tempi di attesa e della
pazienza.
Mi
preme mettere già qui una piccola nota per chi ha dimestichezza con
la lingua inglese e che leggerà l'originale: pur lasciando le dosi
invariate, mi sono leggermente discostata dal procedimento di Maggie
Glezer. Non si tratta quindi di errori di traduzione, ma di semplici
licenze che mi sono presa.
Io
ho proceduto così: la sera precedente ho rinfrescato il lievito
madre e ne ho tenuto da parte 200 g. Quando è stato ben
gonfio, l'ho riposto in frigorifero. La mattina successiva, l'ho
tolto dal frigo ed ho preparato gli altri ingredienti:
60.
g di acqua tiepida
3
uova grandi (le mie erano medie) + una per la lucidatura a
lievitazione terminata
8
g. di sale
55
g. di olio (io ho usato quello di riso)
65
g. di miele oppure, in alternativa 60 g. di zucchero semolato (io ho
usato quest'ultimo)
400
g. di farina
Nella
ciotola dell'impastatrice ho battuto le uova, l'acqua. l'olio e lo
zucchero, poi ho aggiunto la farina tutta in una volta e quindi il
lievito madre. Da ultimo il sale. Ho proseguito ad impastare finché
non ho ottenuto un impasto liscio e con la consistenza
dell'argilla da modellare. Ho dovuto aggiungere un cucchiaio di
farina per ottenere la giusta durezza; per contro la Glezer
suggerisce, nel caso fosse troppo duro di aggiungere qualche goccia
di acqua. Lasciate lievitare per un paio di ore in una ciotola
con le pareti leggermente unte di olio (il medesimo utilizzato nella
ricetta) coperto con la pellicola in un luogo tiepido. Non
lieviterà moltissimo - o forse per nulla.
Trascorso
questo tempo, ho rivestito una teglia con della carta.
L'autrice suggerisce di suddividere l'impasto in 2 parti: una da
circa 450 g e l'altra da 680 g. Io non ho fatto questa suddivisione e
ho lavorato ed intrecciato - seguendo questo video - l'intero
impasto. L'ho lasciato lievitare coperto per circa 2 ore
abbondanti (faceva decisamente caldo): la challah deve grosso modo
triplicare di dimensioni. Ho quindi sbattuto l'uovo rimasto e ho
pennellato sulla superficie della treccia. Il forno aveva intanto
raggiunto i 180°, quindi ho infornato e lasciata per circa 45'. Per
me non è stato necessario coprire per evitare un eccesso di
coloritura, ma occorre prestare attenzione: nessuno conosce bene bene
il forno come il legittimo proprietario.
Qui
è sparita in un baleno.
che spettacolo sister!!!!!!!
RispondiEliminaavevo già provato quella di Hamelman e già mi piaceva 'na cifra, ora devo assolutamente provare quella con il tuo lievito, visto che mi sta dando tante soddisfazioni.
Bravissima come sempre! ♥
Grazie, Silvia, mi farà piacere sapere come la trovi.
EliminaBellissima!!! Treccia troppo difficile per me :-)
RispondiEliminaEva, cara, all'inizio mi sbagliavo sempre anche io, ma poi diventa un movimento automatico. Provare per credere
RispondiEliminaVOGLIO IL TUO LM!!!!!!!
RispondiEliminaLo avrai, tranquilla.
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